Perché nessuno ci aveva mai pensato prima? Questo sistema rivoluziona il modo di concepire i motori ibridi, gli appassionati non vedono l’ora di guidarlo!
I motori ibridi sono forse la migliore opzione che abbiamo tra le mani per un compromesso tra motore termico ed elettrico: lo dice la parola stessa, scegliere un veicolo con questo tipo di propulsione significa affidarsi ad un mezzo che usa sia un motore a benzina o diesel – raramente – sia un propulsore elettrico supplementare, che non conduce l’auto per tutto il tempo ma solo in città, alle basse velocità. Chiaro che poi ogni brevetto funziona in modo differente.
Anche nel mondo delle due ruote sta prendendo piede questo tipo di sistema che per tanti anni è stato ampiamente sottovalutato dal momento che l’elettrico è stato – in questo caso si può dire – fulmineo nell’arrivare nel mondo dei ciclomotori. Marchi come Triumph o come la LiveWire che rappresenta il dipartimento sostenibile di Harley Davidson hanno fatto rapidamente breccia nella clientela più ostinata, creando un’alternativa.
Adesso i brand si stanno rendendo conto dell’importanza che l’ibrido potrebbe avere per portare anche i motociclisti meno convinti dalla parte della transizione ecologica. Lo ha fatto soprattutto un’azienda, la taiwanese SYM che nel nostro paese è famosa soprattutto per i sui motorini cinquanta per la fascia di clienti con il patentino. Molto presto lo saranno anche per un’innovazione clamorosa.
Concorrenza avvisata: si fa sul serio!
Proprio nella patria dell’innovazione tecnologica, Taiwan è infatti uno dei paesi leader nella produzione di microchip per le automobili, nasce un modello assurdo, il SYM PE3 che all’EICMA di Milano del 2023 è stato forse meno notato rispetto alle potenti motociclette presentate da Suzuki, Ducati e Benelli ma che “rischia” di diventare la vera, grande novità dell’anno.
Questo scooter infatti dall’aspetto moderno ma forse non appariscente quanto gli astanti alla fiera avrebbero voluto ha qualcosa di incredibile sotto il telaio: intanto, la prima batteria sperimentale a ioni di alluminio che si sia mai vista, stabile e molto più duratura di quelle al litio fosfato che ben conosciamo oggi; secondo poi il mezzo vanta un motore termico aggiuntivo che è in grado di ricaricare la batteria!
Con appena un litro di benzina il nostro PE3 elettrico diventa in pochi secondi uno scooter termico quando la batteria va a terra: lo scooter è in grado insomma di ricaricare la batteria con un motore a benzina che viene poi disattivato quando l’elettrico è in funzione, un ciclo infinito che continua finché c’è carburante. L’autonomia del mezzo? In questo caso, con il pieno carico di benzina e della batteria, ben novanta chilometri.
La soluzione non è certo strabiliante per un’automobile. Risulta invece rivoluzionaria per un motorino che mai prima d’ora era stato equipaggiato con una simile tecnologia. Chissà se avrà un seguito sul mercato: lo seguiremo con attenzione…