Dramma nel mondo dei monopattini elettrici con un colosso del settore che ha dichiarato bancarotta. Cosa è accaduto
Il mondo della mobilità elettrica in sharing con i monopattini è davvero complicato e competitivo. Lo sanno bene le aziende che hanno dovuto ritirare i loro mezzi da città come Parigi o San Francisco, nel primo caso in seguito a un referendum popolare che ne ha abrogato l’utilizzo. Ma capita anche che, semplicemente, un’azienda non ce la faccia a stare dietro alle spese.
La competizione è aumentata molto negli ultimi anni, con quello che fino a pochi anni fa era considerato una “cenerentola” nel settore dell’automotive che ormai vanta tanti competitor ma, soprattutto, una domanda enorme da parte dei tanti clienti che usano questo tipo di servizio. Nemmeno un’azienda colossale ed illustre come questa ce l’ha fatta a tenere botta, alla fine della fiera.
Secondo Il Sole 24 Ore la compagnia di mobilità condivisa Bird, prodotto della mente di Travis VanderZanten, un ex dirigente di Uber che l’ha aperta nel 2017 sarebbe vicina alla bancarotta. Una cosa che colpisce molto, considerando che parliamo di una delle aziende più ricche e di successo in questo settore. Ma cosa può esserle successo? La risposta è chiara e semplice.
Stando a quanto riportato dall’importante testata, la compagnia sarebbe in grande difficoltà. “Bird ha presentato istanza di protezione per bancarotta ai sensi del Capitolo 11 in Florida”, si legge sul Sole 24 Ore. Una situazione assurda, se pensiamo che Bird è stata una delle start app di questo periodo storico più rapide nel passare da un valore medio ad uno di ben un miliardo di Dollari negli scorsi anni.
Ora, questa decisione da parte della dirigenza non significa che l’azienda sia condannata. Infatti, questo tipo di provvedimento viene solitamente preso dalle compagnie americane quando si vuole approvare un piano di rientro per fare si che la ditta riesca a rimettersi in carreggiata, tutelandosi così dai creditori mentre cerca di riportare gli utili a livelli sufficienti per continuare ad operare.
Sarebbe inoltre grave non citare il fatto che, al momento, è solo la parte di Bird operante negli negli States ad avere questo problema, con le attività all’estero che non sembrano particolarmente a rischio per l’accaduto. Segno dei tempi che cambiano e di un interesse da parte degli statunitensi nei monopattini in leasing che va via via scemando col tempo.
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