Purtroppo il 2023 è stato un anno molto preoccupante per quanto riguarda le morti in bici con numeri da considerarsi allarmanti. Si deve intervenire e fare subito qualcosa.
I dati forniti da Istat fanno capire come non si possa rimanere tranquilli di fronte a un fenomeno che è sempre in più fervente crescita. L’unica possibilità è quella di aumentare la sicurezza sulle strade.
Ogni anno nel mondo muoiono migliaia di ciclisti, vittime di chi sulla strada non si rende conto che una caduta per chi va in bici può risultare fatale. Proprio per questo le associazioni in favore di chi sale in sella chiedono al Governo un intervento importante che possa porre rimedio a una situazione al momento altamente allarmante.
Già il mese scorso erano scesi in piazza a Milano manifestanti che chiedevano rispetto per chi si muove in bici. In quel caso le proteste avvennero sotto la sede di Assotir per specificare come molto spesso la vita umana venga messa in secondo piano rispetto alla mobilità e di come sarebbe molto importante installare dei sensori sui tir. Ora però passiamo ad analizzare i numeri che rimangono altamente preoccupanti.
Quanti sono i morti in bici in Italia nel 2023?
Già ad agosto i numeri legati alle morti in bici in Italia erano preoccupanti. Nei primi otto mesi del 2023 infatti a perdere la vita sono stati ben 125 ciclisti sulle strade italiane. I numeri sono tornati a salire dopo che il post pandemia aveva portato a un calo che faceva ben sperare. Si parla di ben 74 decessi tra maggio e luglio, gli stessi di quanto accaduto nel trimestre del 2019.
I ciclisti continuano a essere la categoria più vulnerabile tra gli utenti della strada, superando anche chi inforca un monopattino elettrico. Si parla del 50.9% dei morti sulle strade da collegare alle bici, una statistica che deve far riflettere.
Le soluzioni? Difficile trovarne una sola, più facile pensare a diversi rimedi che possano salvaguardare la salute di chi si muove sulle due ruote. Negli ultimi anni sono molti i comuni che hanno lavorato sulle piste ciclabili, dando così la possibilità a chi si muove in bicicletta di avere una corsia preferenziale dove i rischi sono ridotti al minimo.
Intanto il Governo si interroghi per il futuro alla ricerca di una soluzione che possa evitare ulteriori problemi e fastidi per chi ha preso la scelta ecologica di muoversi su uno dei mezzi più nobili che esista.