La Piaggio ha finalmente vinto e scongiurato la minaccia cinese dopo una lunga querelle in tribunale. Che successo per la Casa di Pontedera
Nato nel 1946 dal genio dell’ingegner Corradino D’Ascanio, il modello di casa Piaggio ha sin da subito conquistato il mercato con il suo design, così riconoscibile, e le sue doti di scooter pratico e maneggevole.
Queste stesse caratteristiche si riscontrano ancora oggi sulla Vespa Piaggio attuale che, proprio grazie al suo inconfondibile DNA, continua ad ottenere un grande successo in termini di vendite. Basti pensare che, nel primo semestre del 2023, sono stati venduti oltre 320 mila unità dello scooter con un piccolo ma significativo incremento rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente.
Insomma, un mito senza tempo che anche a quasi ottant’anni dalla sua nascita non è passato di moda. Lo scooter Piaggio che è diventato a tutti gli effetti un’icona globale. Ed è per questo motivo, in sostanza, per cui la Casa di Pontedera si è vista dar ragione dal Tribunale europeo dopo che la Zhejiang Zhongneng Industry Group (ZNEN) aveva tentato di annullare il brevetto registrato dallo stesso marchio italiano per la Vespa.
Che vittoria per la Piaggio: la Vespa resta “sua” definitivamente
Come riportato dal sito de Il Sole 24 Ore, tutto ha inizio nel 2013, quando la Piaggio, intenta a fermare eventuali “copie” della Vespa, presenta la richiesta di registrazione del marchio “corrispondente alla forma dello scooter Vespa” presso l’Ueipo (l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale). L’anno dopo arriva l’accettazione della domanda da parte dello stesso Ufficio. Poi, nel 2021, la ZNEN che era da poco arrivata nel mercato europeo, decide di fare ricorso contro la registrazione del marchio dello scooter.
Così, l’Ueipo fa retromarcia e accoglie la richiesta dell’azienda cinese, aprendo quindi la strada ad eventuali repliche della Vespa da parte di altri costruttori poiché convinta che manchino “prove del carattere distintivo della forma della Vespa” si legge nella sentenza. Una decisione, questa, che sin da subito non ebbe il benestare della Piaggio, che optò a sua volta per la via del ricorso rivolgendosi direttamente al Tribunale dell’UE.
Gli avvocati del brand italiano presentano un’ampia documentazione che includeva progetti, dati di vendite e sondaggi, ricordando anche la presenza della Vespa all’interno del MOMA (Museum of Modern Art) di New York e in vari film che hanno fatto la storia del cinema contribuendo ad accrescere la popolarità dello scooter a livello globale.
Passano due anni e, una volta esaminati i documenti, arriva il verdetto definitivo del Tribunale, che sancisce definitivamente la tutela della forma inconfondibile della Vespa, essendo, per i giudici, uno scooter ben riconoscibile in tutto il territorio dell’Unione Europea. Si tratta quindi di una sentenza storica, non solo per la Piaggio, ma per tutte le aziende dell’Unione, dal momento che questa decisione costituirà un precedente importante su cui poter contare per salvaguardare i propri progetti e prodotti da eventuali “minacce” esterne.