Perché i piloti di Formula 1 scelgono di affidarsi ad un numero piuttosto che ad un altro? Ecco cosa dice il regolamento e tutti i retroscena!
Fino a nove anni fa, i numeri che i piloti di Formula 1 portano sulla propria monoposto venivano stabiliti in base al piazzamento ottenuto dai rispettivi team nella classifica costruttori della stagione precedente. Dal 2014 però questo sistema è cambiato: ognuno dei venti protagonisti del Circus deve scegliere un numero compreso tra 2 e 99 – tranne il 17, ritirato per celebrare la memoria del compianto Jules Bianchi – che gli viene poi riconosciuto per il resto della sua carriera. L’unica eccezione riguarda il campione del mondo, il quale può decidere di sostituirlo con l’1.
Detto ciò, la domanda è: secondo quale criterio i piloti di Formula 1 si affidano ad un numero anziché ad un altro? Dietro ogni singola scelta c’è una storia particolare. Si va dai ricordi felici alla scaramanzia, passando all’omaggio a figure che hanno fatto la storia dello sport. In questo pezzo vi proponiamo le spiegazioni più particolari.
Da Verstappen a Leclerc e Sainz, ecco cosa c’è dietro le scelte dei piloti
Negli anni precedenti al suo primo titolo mondiale, Max Verstappen ha corso con il 33. Il motivo dietro questa scelta è abbastanza semplice: da giovane l’olandese riteneva il 3 il suo numero fortunato. Voleva usarlo in F1, ma era già stato preso da Daniel Ricciardo. E così, prima di passare all’1, ha deciso di usare proprio il 33, che per lui simboleggia “doppia felicità”. Lando Norris, invece, ha spiegato di aver scelto il numero 4 perché ben si addice all’hashtag #L4ndo, mentre Pierre Gasly ha optato per il 10 per omaggiare l’ex calciatore Zinedine Zidane. Riferimento al calcio anche per Sergio Perez, che ha scelto l’11 poiché grande fan dell’ex attaccante Ivan Zamorano.
Ma i riferimenti dei piloti non sono soltanto al calcio, bensì anche al basket. Alex Albon, ad esempio, ha scelto il 23 in quanto numero utilizzato da LeBron James e Michael Jordan, mentre Guanyu Zhou ha optato per il 24 come tributo al leggendario Kobe Bryant, tragicamente scomparso nel gennaio 2020 a seguito di un incidente in elicottero.
Poi c’è il fattore scaramanzia, con Fernando Alonso che utilizza il 14 perché il 14 luglio del 1999, all’età di 14 anni, è diventato campione del mondo di karting proprio con il 14. “Da quel momento ho capito che era il mio numero”, ha detto l’asturiano in una recente intervista.
La scelta di Leclerc e Sainz
E veniamo infine ai due ferraristi, Charles Leclerc e Carlos Sainz. Il monegasco, nato il 16 ottobre 1997, avrebbe voluto sulla sua vettura il 7 o il 10, ma erano era già stati presi rispettivamente da Kimi Raikkonen e dall’amico Gasly. Dopo un po’ di calcoli, ha deciso per il 16 perché corrisponde con il giorno del suo compleanno e perché “uno più sei fa sette“. Lo spagnolo, invece, ha motivato la scelta del 55 nel modo seguente: “La S del mio nome è come un 5 e così è la S del mio cognome, quindi fa #55“. Insomma, come avete avuto modo di constatare, ce n’é davvero per tutti i gusti.