Non tutte le ciambelle riescono col buco. Lo sa bene il produttore di questo SUV giudicato da molti come il più brutto mai visto.
Le auto di oggi sembrano un po’ la copia l’una dell’altra. Basterebbe dipingerle di bianco e toglierle i loghi e molto probabilmente nessuno o quasi sarebbe in grado di distinguerle. Rispetto ad altri periodi dell’automotive, la fantasia è molto più scarsa, forse perché già si è sperimentato tutto, o forse per la paura di osare troppo e di fare flop.
In realtà anche andare sul sicuro non tiene esattamente riparati dall’insuccesso. Basta una linea poco accattivante per rendere le vendite piuttosto faticose. Negli Stati Uniti, ad esempio, è successo per uno Sport Utility Vehicle (SUV), prodotto dal 2001 al 2005, criticato per la sua estetica sui generis.
Il modello in questione è la Pontiac Aztek. Per capire le ragioni dell’antipatia scatenata dalle sue forme, dobbiamo tornare indietro, a quando i progettisti della General Motors erano davanti ad un foglio bianco. In quel momento l’esigenza era di dare vita ad un crossover di medie dimensioni, che si adattasse bene a qualunque tipo di fondo e non solo all’asfalto. La volontà era quella di creare un SUV, ma senza rinunciare ad alcune caratteristiche tipiche delle vetture comuni e più ridotte nelle dimensioni.
Un SUV da paura, ecco perché nessuno lo voleva
La data X sarà il 1999. In quell’anno la GM presenterà al mondo la concept car della Pontiac, ottenendo subito un buon riscontro a fronte di un design all’avanguardia che suonava come una chiave per il futuro. Lo slogan pubblicitario che l’accompagnava era “Probabilmente il veicolo più versatile del pianeta“, premessa o speranza di un’ottima risposta commerciale.
Realizzato in Messico venne rilasciato sia in versione a trazione anteriore, sia integrale. Il cruscotto era a firma della Johnson Controls ed era impreziosito da un head-up display. Grandi le sue capacità di carico per lunghezza e per peso. Tra i punti di forza la presenza di un piano estraibile in grado di sopportare un quantitativo di oggetti fino a 180 kg, e una rete portaoggetti configurabile in ventidue modalità.
Tra i numerosi optional figuravano un mini-frigo estraibile e un pacchetto tenda – materassino gonfiabile, utile per le gite fuoriporta. Per questo obiettivo vennero applicati delle barre sul tetto per il trasporto di bici e canoe, e sul retro del sedile uno zainetto. Il portello in due pezzi vantava un portabicchieri incorporato. Mancava invece di tergicristalli per il lunotto posteriore.
Il motore era un LA1 V6 a 60 gradi da 3,4 litri, con cambio automatico a quattro rapporti. E’ curioso annotare che ottenne l’omologazione pur senza aver eseguito i crash test per gli urti frontali.
Poco apprezzato per le sue curve poco avvenenti, nel 2007 in un articolo pubblicato su TIME venne definita “una delle automobile peggiori di tutti i tempi”. Addirittura nel 2010 venne inserita nella lista delle 50 invenzioni più mal riuscite di sempre. Il Daily Telegraph nel 2008 la collocò in vetta alla classica delle Auto più brutte della storia. La stessa stroncatura la ottenne dalla rivista The Street.
Nel 2013 il primo esemplare uscito dalla fabbrica venne messo in vendita su eBay. Ad oggi non ha ancora trovato un acquirente. Eppure, a suo modo, quest’Auto ha fatto la storia. La Aztek, infatti, era il modello guidato da Walter White (interpretato da Brian Cranston) in Breaking Bad, una delle serie tv più seguite di sempre.