A Parigi 2024 tornerà in pista per difendere il suo oro, ma Marcell Jacobs ha fatto una scelta che molti non condividono: ecco la spiegazione.
Ripartire da zero, in fondo Marcell Jacobs lo ha già fatto. Perché il suo primo amore nell’atletica non era stata la velocità pura ma il salto in lungo. Quando però l’ha abbandonato, è riuscito a concentrare le forze su un unico obiettivo e lo farà anche questa volta.
Sono passati nove anni e il campione olimpico ha deciso di cambiare tutto, a partire dall’allenatore. Uh addio traumatico, quello a Paolo Camossi che lo ha portato sul tetto del mondo. Ma il suo è anche un addio all’Italia, a cominciare da Desenzano che è sempre stata casa sua, in tutti i sensi e non solo in pista.
Il presente si chiama Florida, più precisamente Jacksonville che è invece la sede di Rana Reider, il suo nuovo discusso tecnico. Un allenatore che ha preparato diversi campioni, come Andre De Grasse e Trayvon Bromell, ma che negli ultimi anni ha fatto molto parlare di sé per vicende extra sportive.
In fondo nel mondo dell’atletica, come nel tennis, il cambio di allenatore è diventato ormai un’abitudine consuetudine anche se mancano solo 9 mesi ai Giochi Olimpici di Parigi. Di recente lo ha fatto anche Fred Kerley, battuto da Marcell a Tokyo e campione del mondo sempre nei 100 un anno fa.
Molti hanno sospettato che dietro alla decisione ci siano motivi non solo tecnici. Jacobs ha un contratto di sponsorizzazione prezioso con Puma e anche il suo nuovo allenatore è un uomo che fa capo all’azienda tedesca. Ma la struttura della University of North Florida è all’avanguardia e quindi non gli mancherà nulla.
Terremoto Marcell Jacobs, ha già segnato tre date sulla sua agenda: numeri clamorosi
Marcell Jabocs è partito per gli Stati Uniti a fine ottobre, ma aveva già mandato in avanscoperta sua madre e il suo collaboratore più fidato per studiare le strutture e cercare una casa. Per ora va via solo lui, presto lo raggiungeranno anche la moglie Nicole e i due figli piccoli che ha avuto con lei. Un cambio di vita importante e inevitabile, lo ammette lui per primo.
Intervistato dal quotidiano Bresciaoggi ha spiegato che la separazione dal suo storico allenatore è stata meditata a lungo e non un capriccio. Dopo la vittoria alle Olimpiadi di Tokyo, il punto più alto nella carriera di un atleta, gli allenamenti stavano diventando solo una routine. Aveva bisogno di dare un taglio netto e solo così poteva ricominciare.
In Florida sta finalmente conoscendo di persona il suo nuovo coach, con il quale per ora aveva parlato solo in video. Reider intanto però gli ha già detto quello che si aspetta per la prossima stagione. Agli Europei di Roma, metà giugno, si aspetta di vederlo correre in 9”80. E alle Olimpiadi di Parigi di scendere fino a 9”70.
Non ha ancora pianificato tutto il programma, ma ci sono tre appuntamenti importanti. Oltre a quelli che abbiamo già citato, anche i Mondiali di staffetta alle Bahamas, a maggio, per qualificare la 4×100 campione olimpica.
Ormai la scelta è fatta, inutile ripensarci: “Vedremo strada facendo quali saranno le scelte migliori. Quando si decide di cambiare tutto c’è sempre un margine di imprevedibilità, perché bisogna adeguarsi a situazioni nuove”. Lui ne aveva bisogno, il tempo dirà se sia stata la scelta giusta.