Il giudice sportivo ha sanzionato il club per una condotta riguardante tutti i calciatori. I dettagli della vicenda.
Non succede solo nel massimo campionato o nelle categorie principali. In tutti i campi da gioco, in Italia, il giudice sportivo prende decisioni in baso al referto arbitrale. Ovviamente, dalla serie B in giù non esiste il Var. In alcune serie minori, figura solo il direttore di gara e ad esercitare il ruolo di assistente di linea sono alcuni dirigenti delle due squadre. I motivi per assegnare una vittoria a tavolino sono tanti. Ad esempio, l’arrivo in ritardo ingiustificato sul terreno di gioco.
Diversamente, se a causa di una serie di espulsioni, una squadra resta con un numeri inferiore a 7 elementi, la gara viene interrotta e la vittoria assegnata alla compagine rivale. Diverso ancora è il caso raccontato dal Corriere Adriatico di qualche giorno fa.
Per la gara in trasferta del 27 settembre scorso col Fossombrone, serie D, il giudice sportivo ha decretato lo 0-3 a tavolino a danno del Fano. Il motivo? L’utilizzo del calciatore Bartolomeo Riggioni, ex di turno. Quest’ultimo infatti era stato squalificato al termine dei playoff di Eccellenza la scorsa stagione, sessione disputata, scherzo del destino, in prestito al Fossombrone.
Non solo. Riggioni con tre gol aveva determinato la Promozione in serie D della sua ex squadra. Quanto deciso il 31 ottobre dal giudice sportivo competente, ha avuto lo stesso epilogo, ma per ragioni quasi opposte.
Avversari troppo nervosi, i rivali lasciano il campo: partita persa a tavolino
La maggior parte delle decisioni dei direttori di gara riguardano falli di gioco o comunque situazioni rilevanti a livello disciplinare. Non fa eccezione il match disputatosi nella terza categoria lombarda, Girone A Monza e Brianza, tra Virtus Acli Trecella e Real Carugate.
Sul risultato di 3-1 per gli ospiti, a seguito dell’espulsione di un giocatore della squadra in vantaggio, in campo è scoppiata un parapiglia, sedato a fatica dall’arbitro. Sul terreno di gioco di Pozzuolo Martesana, al 4′ della ripresa, il calciatore del Real Carugate è stato espulso per un “grave atto di violenza e sputo nei confronti di un avversario”. Nella suo comunicato, il giudice sportivo aggiungeva che il calciatore, lasciando il campo, ha spaccato “tutti i cestini dei rifiuti presenti”. Non contento, avrebbe proseguito l’opera anche negli spogliatoi.
Ma la decisione più importante del giudice sportivo non ha riguardato nel il calciatore destinatario del provvedimento, né i soggetti coinvolti nella rissa. Proprio a causa del clima che si è creato, i padroni di casa hanno deciso di abbandonare il campo, senza farvi ritorno. L’arbitro ha preso atto della scelta, sospendendo la gara e riportando tutto nel referto.
Il giudice sportivo ha quindi emesso il 3-0 a tavolino a favore del Real Carugate. Inoltre, il capitano della Virtus Acli Trecella. È stato squalificato “per incomprensione dei propri doveri di capitano in quanto responsabile del comportamento della squadra”. Per responsabilità oggettiva, sanzionata anche la società ospitante per “comportamento antisportivo” che ha poi portato al mancato svolgimento del match.
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