Jannik Sinner è attualmente il numero 4 del mondo nella classifica ATP, eppure ci sono delle sentenze piuttosto dure da mandar giù.
Il tennista altoatesino sta mostrando a tutti il suo talento in quella che può essere considerata la sua migliore stagione della carriera. A 22 anni è già nel gotha della racchetta e sembra non aver toccato ancora il picco.
Il tennis italiano è tornato in auge negli ultimi anni grazie all’esplosione di magnifici talenti quali Berrettini, Sinner e Musetti. Ognuno a modo suo ha saputo dare un contributo allo sport della racchetta, raggiungendo in tenera età risultati davvero convincenti. Dapprima il classe ’96 romano, in grado di arrivare a disputare una finale di Wimbledon (2021), la prima nella storia per un azzurro.
Poi l’ascesa prepotente di Sinner, non in grado ancora di arrivare all’ultimo atto di uno Slam, ma vincitore del Master 1000 a Toronto (il primo per un italiano sul cemento outdoor). Lo stesso Musetti, che si è imposto ad Amburgo, non sta sfigurando, considerando che è il più piccolo dei 3 (classe 2002).
Con queste premesse ci sono davvero molte speranze per rivivere un’epopea d’oro come quella degli anni ’70, che ci portò anche sul tetto del mondo con la Coppa Davis (1976). La speranza è che a Malaga fra qualche giorno si possa rivivere quelle emozioni. Chi ha parlato di quei momenti, assieme a molte altre cose, è stato Nicola Pietrangeli.
Pietrangeli è l’unico italiano ad aver vinto due volte il Roland Garros (1959-1960), oltre ad essere stato numero 3 al mondo (ma prima dell’Era Open). A questi titoli può aggiungere anche due vittorie agli Internazionali d’Italia e un totale di 48 tornei conquistati.
Da capitano di Davis ha portato a casa “l’insalatiera” nel 1976 e ancora oggi è una vera e propria icona del nostro tennis. Ha festeggiato poco fa i 90 anni e per l’occasione Sperling & Kupfer ha pubblicato il libro “Se piove rimandiamo. La mia vita”, in si racconta tutta la sua vita agonistica (e non). In un’intervista a Fanpage.it, Pietrangeli ha voluto parlare anche del tennis attuale ribadendo però come il migliore di tutti i tempi resta lui.
Nessun Panatta “durato troppo poco” o Sinner ad impensierirlo. Ancora di strada da fare per arrivare ai suoi livelli ce n’è da fare e il 22enne di San Candido deve lavorare sodo per diventare davvero il più grande di tutti i tempi in Italia.
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