Nel mondo del ciclismo quello del doping è un argomento sempre molto dibattuto, con le autorità che cercano da anni di contenerlo. Scoppia, in tal senso, un nuovo caso che, però, incredibilmente rappresenta davvero un unicum nella storia. Il retroscena, infatti, lascia tutti a bocca aperta.
Nel mondo dello sport a 360 gradi il doping continua ad essere una piaga a dir poco molto estesa. Non di rado, infatti, nelle varie discipline scoppiano dei casi che portano a sanzioni spesso anche molto dure. Che non sempre si limitano ad una sospensione temporanea dall’attività agonistica. L’ultimo caso scoppiato, però, rappresenta davvero una unicità nella storia dello sport in generale. E non solo del ciclismo. Non era mai successo prima nelle modalità in questione ed ora può rappresentare un precedente importante. Si era convinti, in tal senso, che da un certo punto di vista si potessero dormire sonni tranquilli ma in realtà non è così.
Nuovo caso di doping nel mondo del ciclismo
Il mondo dello sport è, come è noto, in continua evoluzione. Il ciclismo da questo punto di vista non fa eccezione, anzi. In tal senso, però, arriva una notizia che non può non lasciare davvero tutti a bocca aperta.
Luca Zanasca, infatti, giocatore di E-Sports, è stato trovato positivo ad una sostanza proibita, lo stanozololo, dopo una gara nell’ambito del ciclismo home trainer. Non è ancora noto in che modo sia stato effettuato il controllo antidoping, ma la notizia lascia interdetti, dal momento che è il primo caso di doping negli E-Sports. Ed ora rischia davvero tanto.
Doping Zanasca: primo caso negli eSports
Luca Zanasca, momentaneamente, è stato sospeso dall’autorità internazionale dell’Antidoping. Adesso rischia una squalifica fino a 4 anni nel momento in cui dovesse arrivare una conferma della presenza di queste sostanze nel suo sangue. 40 anni di età, aveva preso parte anche ai Mondiali sulla piattaforma Zwift nel 2023. Nella sua carriera, prima di darsi agli E-Sports, aveva provato anche la strada del ciclismo su strada, senza tuttavia raccogliere risultati particolarmente rilevanti. Oltre a fare i conti con la giustizia sportiva, potrebbe avere grattacapi anche su quella ordinaria. Il doping, infatti, in Italia è anche un reato.